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sabato 30 novembre 2013

Da Giorgio

Buongiorno gente,

devo fare una rettifica: è vero che qualcuno mi ha scritto di non riuscire a prenotare i biglietti online, e pure io non ci sono riuscito, ma è anche vero che altri li hanno presi su internet dal sito del Brancaccio già due settimane fa, quindi la colpa è nostra! Di me non mi stupisco, computer batte sempre Lupano 1-0, ma voi? VOI?? :-))
Forza riprovate o, alla peggio, telefonate! Giovedì si avvicina!
G

DICONO DI NOI

“Qualcosa di misterioso aleggia su questo strano allenamento notturno, e la corsa si trasforma in un incubo. I due bravi protagonisti conquistano il pubblico col loro correre ostinato e doloroso, superando brillantemente le difficoltà di coordinare passo, fiato, voce e battuta, vitalizzando con simpatia un testo che è anche un'intelligente e divertente metafora dell'incomprensibile e titanica fatica del vivere.”
Magda Poli – Il Corriere della Sera 


 “Quest’edizione pregevole di Maratona di New York firmata a quattro mani dai due bravi interpreti si muove lungo un doppio binario mescolando realtà e proiezione fantastica, sudore vero e angoscia esistenziale, amicizia con la consapevolezza di qualcosa destinato a finire, del tutto simile alla vita dove ognuno la sua corsa la deve fare da solo ma c’è una fine per la corsa e per la vita stessa… Uno spettacolo che si mette e ci mette in gioco. Da vedere.”
Maria Grazia Gregori – delteatro.it 


 “Giammarini e Lupano nel firmare la regia fanno centro: il pubblico, inizialmente catturato da una prova di resistenza amplificata dalle battute che scandiscono il tempo, viene a mano a mano travolto da un alone di mistero ed allucinazione iperreale che è la loro personale chiave di lettura.”
Alessandra Bernocco - Europa



venerdì 29 novembre 2013

"Maratona di New York" - Dal 5 al 15 dicembre 2013 al Teatro Brancaccino di Roma


Da Giorgio per voi sulla Fan Page Ufficiale

Buongiorno popolo,

 eccomi qua anche oggi a parlare di Maratona prima di andare a fare una bella corsetta al parco!

Sarò breve: ci sono persone che ancora lamentano il fatto che dal sito del Brancaccio è difficile prenotare i biglietti per le repliche romane... lo so, ci ho provato anche io e non ci sono riuscito :-((
Vi lascio il numero del botteghino, forse è più semplice:

 06 80687231 oppure 232 finale.

Le temperature sono in aumento gente! Non avete neanche la scusa del tempaccio per non uscire di casa e venire a correre con noi!! Animo!!

 G

"DICONO DI NOI" - Maratona di New York

“Giammarini e Lupano confezionano una regia lunare, inscrivendo la performance sportiva in un contesto onirico, metaforico, esistenziale. Anche l'interpretazione è sottile: in scena non va uno sfoggio di atletismo fine a sé stesso, quanto una sotterranea sfida psicologica prima tra uomo e uomo, poi tra uomo e Dio.”
Camilla Tagliabue – Il Fatto Quotidiano

 
“La magia si percep...isce fin dalle prime battute con gli attori immobili, di spalle al pubblico... veramente coinvolgente l'interpretazione dei due protagonisti che sono riusciti ad arrivare al cuore del pubblico. Un finale che si presta a varie interpretazioni e che commuove fino alle lacrime.”
Cristina Capodaglio – TeatroTeatro.it

“Un testo eccellente, di interessante costruzione narrativa e incredibile forza evocativa, che ha incontrato una regia ottimale e luci, immagini e video convincenti e coerenti... I due attori sudano, il loro corpo vive la stessa esperienza dei loro personaggi, la stessa corsa, la stessa fatica, e all'improvviso, dopo uno stacco surreale, la situazione si chiarisce e le parole, i movimenti e le luci accompagnano il pubblico verso una emozionante e imprevedibile rivelazione. E gli applausi scattano sinceri e inarrestabili.”
Francesca Brancaccio – Persinsala.it


“La crudeltà dell'autore colora inesorabilmente la rincorsa da fermo della coppia affidando a ciascun candidato una pioggia di parole che, dentro e fuori dal sogno, rivangano la storia umana e imprimono un impulso ritmico ai movimenti di entrambi, bravissimi, come si addice ad un dramma che, fingendo di narrare una piccola storia, tocca la nostra realtà nel profondo.”
Franco
Quadri – La Repubblica

“Edoardo Erba costruisce con questo testo due personaggi capaci di scendere dal palcoscenico e confondersi col pubblico... Sono straordinariamente bravi Giammarini e Lupano a tenerci lì, fermi e in movimento, guidandoci in una corsa tanto reale quanto metaforica. L'intensità della loro presenza scenica è altissima, pervade le loro parole, avvince gli spettatori congelati nella dimensione sospesa che gli attori sanno tenere per tutta la durata dello spettacolo.”
Ilaria Angelone – Sipario.it 


 “Questo pezzo non avrà punteggiatura perché da leggere tutto d’un fiato senza mai fermarsi a seguire l’andamento di Cristian Giammarini e Giorgio Lupano direttori attori e corridori di Maratona di New York una corsa contro lo spettatore coinvolto nell’inseguimento del tempo che scorre nei passi infiniti dei due maratoneti costretti dalla pièce di Edoardo Erba a calcare il palco correndo il rischio di fallare le tecniche di respirazione attoriali per violare le regole della recitazione con la negazione delle pause teatrali perché fermarsi significherebbe strappare tempo alla rincorsa del corso della storia delle stelle della vita. E mettere un punto necessario alla riflessione e alla rappresentazione della fuggevolezza della vita sotto l’immensa fermezza delle stelle e del creato.
Laura Cusmà Piccione – Mentelocale.it

sabato 23 novembre 2013

Da Giorgio per voi !

Buongiorno gente!!!

Sono stato latitante per qualche giorno, ma qui c'è da allenarsi per la Maratona!!
Dunque, cercherò di rispondere alle domande più frequenti che mi ponete qui o tramite mail:

- Maratona dura circa un'ora e non è adatto a ragazzi sotto i 14-15 anni;

- per quanto riguarda Roma: molti lamentano difficoltà a prendere i b...iglietti dal sito del Brancaccino: le prenotazioni si possono fare anche al telefono allo 06.80687231;

- certo che dopo possiamo vederci, salutarci, conoscerci, fare una foto;

- a proposito: non ci sono molte prenotazioni... devo
ri-postare il messaggio che ho scritto prima di Milano sullo sforzo (ma anche soddisfazione) che comporta il venire a teatro?? Forza, mollate il telecomando e venite a vedere Maratona!

- vi ricordo la pagina fb di Maratona di New York che vedete qui sotto con tutte le informazioni,

- per quanto riguarda le altre date ne parliamo più avanti, una cosa per volta.

Buon fine settimana popolo, vado a fare una corsetta!!!
G

Maratona di New York- "Dicono di noi"

D I C O N O D I N O I (in effetti dicono un sacco di cose di noi)

“Maratona di New York: quando il teatro emoziona davvero. A giudicare dalle reazioni del pubblico stavolta non si sbaglia, questa è una delle pièce teatrali più riuscite della stagione, la gente esce divertita e pure commossa dalla sala.”
Paolo Giordano – Il Giornale



“Emozionante e sempre di umana e allucinatoria malia l'incontro ravvicinato col bellissimo Maratona di New York di Edoardo Erba: Lupano e Giammarini, anche registi di uno spettacolo che ha suggestivi lampi di aleatorietà e immagini-flash d'un caos mentale, alimentano un teatralissimo dialogo, anche con ipnotici silenzi in movimento.”
Rodolfo di Giammarco – La Repubblica


 “Stupendo il testo di Edoardo Erba, che lascia spazio ad innumerevoli interpretazioni e davvero magistrale la prova alla regia e di recitazione di Cristian Giammarini e Giorgio Lupano, attori ed atleti che per 59 minuti non smettono di correre, guidandoci verso il finale inatteso senza lasciare trapelare nulla. Bravi, bravissimi a tenerci lì attenti, impegnati a seguirli nella loro corsa, a ritrovare in quelle parole ricordi, risate, querelle irrisolte, stupide incomprensioni. Da vedere e rivedere, per scoprire le infinite chiavi di lettura nascoste nel testo e scegliere il proprio finale, il traguardo della propria corsa.”
Serena Lena – SaltinAria.it

“Maratona di New York è una storia abile nel muovere i tasti dell'arte e delle corde emozionali tanto da commuovere e far ridere a distanza di una battuta. L'attenta regia di Giammarini-Lupano dà forma al viaggio di scoperta quasi fosse l'Inland Empire di David Linch. Scorrono sullo sfondo gli indizi di una memoria disorganica con cui fare i conti, corre il firmamento stellato nel tentativo di unire la costellazione di Mario con quella di Steve.”
Maria Lucia Tangorra – Teatroespettacolo.it


“Come in certi sogni in cui è tutto quasi come nella realtà (se non fosse per quella piccola increspatura, il segnale che non torna, l’elemento al posto sbagliato), i segnali disseminati fin dall’inizio a poco a poco compongono un quadro che deflagrerà nel finale in cui la commozione ha il sopravvento.Il bellissimo testo di Edoardo Erba è portato in scena da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano, bravissimi nel dare umanità e ricchezza ai personaggi; gli applausi finali, scroscianti e protratti, sono in parte lo sciogliersi di quella tensione che, inevitabilmente, coinvolge lo spettatore assistendo a quella corsa che è vera fatica e vero sudore.”
Maria Pia Boido – SaltinAria.it


“Forse non batterete subito le mani. Anzi, magari vi chiederete pure ma come, finisce così?, ma sarà un attimo. Dopo inizierete a ringraziare i due attori, stremati veramente, ed Edoardo Erba per aver lasciato anche voi senza fiato, a riflettere su quella cosa che si chiama senso della vita.”
Maurizio Strano - MilanoMilano.eu


sabato 16 novembre 2013

Da Giorgio sulla Fan Page Ufficiale

BUONGIORNO GENTE!!

Ieri con un pò di calma ho letto alcuni vostri commenti alle maratone milanesi... ragazzi, grazie!! Mi avete riempito di orgoglio, il vostro apprezzamento ci ripaga di tutto, queste sì che son soddisfazioni!
Naturalmente... non è nostra intenzione fermarci: Cristian ed io già ci stiamo allenando per le date al Brancaccino... a questo proposito vorrei segnalarvi la pagina "Maratona di New York" dove potete trovare le date, i luoghi, gli orari, i prezzi, le promozioni, gli incontri col pubblico, la rassegna stampa... insomma, tutto! Potete anche mettere "mi piace" pensa un pò!!
Vorrei anche proporvi una cosa: sarebbe bello riunire su una stessa pagina i commenti e le impressioni di chi ha visto o vedrà lo spettacolo, che siano amici miei, di Cristian, dei teatri, frequentatori di questa pagina ecc. in modo da avere una specie di diario di viaggio di Maratona...
Magari, se non vi prende troppo tempo, potreste copiare i vostri commenti scritti qui ed incollarli sull'altra pagina, in modo da raccoglierli tutti insieme, che ne dite?
Lo so, abbiamo tutti di meglio da fare... io, ad esempio, devo andare a correre!!

Grazie ancora e... keep on running!!

 G

domenica 10 novembre 2013

HOME SWEET HOME!!

La prima parte del tour di Maratona è finita con una bellissima replica ieri sera a Milano, la corsa di oggi mi ha riportato a casa!
Appuntamento al 5 dicembre al teatro Brancaccino a Roma, ma intanto lasciatemi ringraziare gli amici ed anche gli sconosciuti che sono venuti a vedere o rivedere lo spettacolo a Milano! Grazie per il calore, gli applausi, gli in bocca al lupo, le r...isate, le lacrime, i fiori, i cioccolatini (Giorgio Gobino!), i libri, le cibarie, l'affetto che arrivava fin sul palco e ci spingeva avanti nella maratona, grazie a Quelli di Grock che ci hanno ospitati, a Walter e gli Artisti Associati che sono entrati in corsa nella corsa, a Giulio che ha fatto il lavoro per due, grazie per esserci stati anche solo col pensiero se non siete potuti venire. Grazie Edoardo che ha scritto un sogno, grazie a Cristian col quale l'abbiamo fatto diventare realtà.

Mario, Steve, ci vediamo a Roma.

La Maratona continua.

G

venerdì 8 novembre 2013

Maratona di New York - da "Punto e Linea Magazine"

In un’atmosfera onirica dai toni caravaggeschi, Mario e Steve si preparano ad affrontare insieme, ognuno a suo modo, una grande sfida, la maratona di New York. Correndo nel silenzio della notte, sovrastati dall’immensità di un grande cielo stellato, i due amici si confrontano, facendo emergere due personalità contrastanti ma complementari, intimamente legate e fondamentali per la completezza l’uno dell’altro. Realtà e sogno, corpo e anima, luci e ombre: gli opposti si incontrano, si compenetrano per andare oltre la scena, chiamando il pubblico a guardarsi dentro, indagando la propria esperienza per darle significati nuovi e inediti. L’esperimento, autenticamente metateatrale, fa convivere più visioni, spaziando dal teatro al cinema, dall’attento studio della prossemica alle proiezioni da grande schermo. Sperimentazione e tradizione si intrecciano in un allestimento moderno e affascinante, tecnicamente perfetto nella resa spazio-temporale, nella scelte musicali e illuminotecniche, intensamente emozionale e magistralmente interpretato da due giovani artisti che hanno ancora tanto da raccontare. Uno spettacolo che sorprende, diverte, commuove. Da vivere appieno, assaporando l’empatia che - solo in teatro - si crea tra attori e pubblico. Incontrando Cristian Giammarini e Giorgio Lupano da subito si percepisce la profondissima affinità artistica e personale che li lega. Amici da un ventennio, Cristian e Giorgio si incontrano nei primi Anni Novanta presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, allora diretto da Luca Ronconi. L’amicizia e l’intesa professionale tra loro è subito colta dal grande maestro che li sceglie per interpretare, da protagonisti, Pilade di Pier Paolo Pasolini, in occasione del primo saggio della scuola nel 1993. Pilade è la storia di due amici legati da un rapporto forte, autentico, profondo e fraterno. Oreste e Pilade, Steve e Mario… A vent’anni di distanza, le due esperienze drammaturgiche si incontrano e si completano, mescolandosi per dare vita a uno spettacolo che racchiude citazioni e suggestioni autobiografiche, dai gusti letterari a quelli cinematografici, portando sul palcoscenico un lavoro in grado di andare ben oltre la scena. La scelta, difficile e ambiziosa, di essere al contempo attori e registi di se stessi, nasce proprio dalla volontà di far vivere sulla scena due personaggi veri, nati dalle pagine di Edoardo Erba per diventare fisicità, intima emozione, esperienza di vita oltre i confini della vita, per sfociare in riflessioni di respiro universale che si perdono nel cielo stellato, mentre – come scrive l’autore - “la luna si avvicina”. E la presenza dello stesso Edoardo Erba durante alcune delle prove si è rivelata fondamentale per la riuscita dello spettacolo, aiutando i due attori-registi a meglio comprendere i personaggi, per poi trascenderli in una personalissima rilettura scenica. Portata in scena per la prima volta in occasione della riapertura del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, durante la stagione 2008-2009, la Maratona di New York di Giammarini-Lupano inizia una corsa che dopo cinque anni non vede scemare l’interesse da parte del pubblico, in un rinnovato entusiasmo per un testo che arriva al cuore, lasciando sbigottiti e generando riflessioni che lo rendono un’opera aperta, il cui finale è scritto nel cuore e nella sensibilità di ogni singolo spettatore.

http://www.puntoelineamagazine.it/cover/maratona-di-new-york


mercoledì 6 novembre 2013

"Maratona di New York" - Al teatro Leonardo di Milano fino a sabato 9 novembre

05 Novembre 2013                    


Attori, interpreti e atleti, registi e maratoneti. Cristian Giammarino e Giorgio Lupano si presentano in una triplice veste agli spettatori della Maratona di New York, pièce di Edoardo Erba, tradotta in numerose lingue e portata sulle scene di tutto il mondo. Mario e Steve sono due amici che si allenano di notte per partecipare alla Maratona di New York e senza sosta, nel silenzio del buio rotto soltanto dalle stelle che disegnano imperscrutabili costellazioni, raccontano e si raccontano. Corrono sul posto gli attori, a simulare la corsa, e lo fanno per un'ora intera: alla fine è una più che discreta prestazione atletica (oltre che autoriale)...

Invero la Maratona di New York in scena al Leonardo da Vinci è un'opera di grande drammaticità: le esistenze (di uno x due? O di uno : due?) si dipanano come la corsa inesausta nella notte oscura e bruciante, fra ricordi e recriminazioni, amare dissolvenze, illusioni e visioni. Flash in bianco e nero, la città sedimentata lontano, sentimenti che svuotano l'anima nell'aria delle parole che volano al ritmo della corsa.

Non ci sono altri, non presenze, solo pallide e pur nette evocazioni, il deserto spettrale di una strada di cui non si scorge inizio né fine. Un panorama di solitudine rappresa. Mario e Steve corrono corrono corrono... perché? Dove? Come? Quando? E chi resterà chi diverrà?

«Lo spettacolo non tradisce il testo originale» ha detto Edoardo Erba, «ma lo rilegge, lo re-inventa, lo inserisce in una dimensione drammatica nuova. La regia è modernissima, magistrale: passa indenne dai momenti comici, senza sottolinearli e senza averne paura, e arriva diretta al cuore del dramma fondendo incubo e realtà in una sola dimensione, un'unica grande notte stellata. Notte che gli attori attraversano con una spontaneità che conquista e un'intensità che commuove. Difficile per il pubblico non ridere e non avere i brividi […] La loro corsa è un gesto iperreale e tuttavia compone un disegno preciso, espressivo e rigoroso. Che ipnotizza e che coinvolge, lasciandoti alla fine un grumo d'amore e di dolore da portare a casa, da elaborare con calma».

Un lavoro oltremodo originale, un'ora sognante in una realtà sospesa, un accenno a quei temi universali troppo spesso, nel quotidiano che mangia e smangia, superficialmente e colpevolmente gettati nella spazzatura dell'oblio.

 

Alberto Figliolia
 
 
 
 

"Maratona di New York" al Teatro Leonardo Da Vinci di Milano - Il passaggio di staffetta tra vita e morte

Maratona di New York"
Testo di: Edoardo Erba
Regia: Cristian Giammarini e Giorgio Lupano
Cast: Cristian Giammarini e Giorgio Lupano

«Perché corriamo?» è il leit-motiv che dal mero campo agonistico abbraccia il senso universale della vita in "Maratona di New York", scritto nel 1993 da Edoardo Erba (uno dei pochi drammaturghi contemporanei in Italia ndr) e riportato sul palco dell'Elfo Puccini da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano.
Nel buio della sala si palesano le sagome dei protagonisti introdotte dalle note dei Sigur Rós, tracce guida per il pubblico nel suggerire sensazioni oniriche e visionarie.
Un tonfo quasi d'interferenza e l'allenamento può iniziare. Due amici fraterni si preparano per partecipare alla Maratona di New York, meta capace di unire due opposti modi di affrontare l'esistenza. Mario (C. Giammarini), l'anello apparentemente più debole, votato alla filosofia zen e facile ai ricordi nostalgici dell'infanzia, segue devotamente Stefano/Steve (G. Lupano), l'intransigente, l'uomo per cui o è bianco o è nero («le cose o si fanno bene o non si fanno») e che ha votato un anno della sua vita alla causa della maratona.
Corrono l'uno accanto all'altro, si sorpassano a vicenda in una simmetria che detta il ritmo della narrazione; si raccontano passando dagli argomenti prettamente maschili (donne, sesso, partite) a quelli morali e spirituali. Stefano assume il ruolo di chi insegna che «la vita è un incubo […] e devi farglielo sentire che è un incubo», non son concessi stop, ma solo stringere i denti per portare a casa il risultato. Edoardo Erba nelle pieghe del testo e gli interpreti operativamente sul palco riescono a elevare uno squarcio apparentemente quotidiano, dal sapore banale, a riflessione altra coinvolgendo lo spettatore e fotografando la realtà dominata da stereotipi. «Assecondando le suggestioni dell’autore abbiamo cercato di portare la concretezza e la quotidianità dei dialoghi in un territorio iper-reale, allucinato, dove ogni sentimento, ogni pensiero, ogni parola possa vivere la sua vita come se fosse la prima e forse anche l’ultima volta» (dalle note di regia).
Due poli contrari e complementari vivono la maratona della vita per «entrare nel mito» - Stefano – e per divertirsi – Mario, guidati dalla parola d'ordine «Go!».
Chi non si rifletterebbe in quell'imperativo categorico di voce martellante: «non possiamo deludere», schiacciati dall'idea dell'altro come qualcuno a cui dimostrare qualcosa.
L'attenta regia di Giammarini-Lupano ha deciso di dar forma al viaggio di scoperta quasi fosse l'inland empire di David Lynch. Scorrono sullo sfondo gli indizi di una memoria disorganica con cui fare ancora i conti (video di Massimo Federico); corre il firmamento stellato nel tentativo di unire la costellazione di Mario con quella di Steve.
Gli attori realizzano in scena la fatica fisica dei loro personaggi conferendogli spessore e trasmettendo la coscienza dei limiti umani. L'uno soffre pur di non ammettere a se stesso di aver spinto troppo, l'altro si rincuora sapendo che Stefano non è un mito invincibile.
"Maratona di New York" è una storia abile nel muovere i tasti giusti dell'arte e delle corde emozionali tanto da commuovere e far ridere/sorridere a distanza di una battuta secca.
Dal tunnel della notte una luce accecante illumina e scopre il velo della costruzione onirica.
Nel percorso esistenziale s'inciampa, ci si rialza spesso col dono di avere fianco a fianco chi ci vuol bene, ma bisogna essere «liberi di correre fino alla morte e liberi di fermarci» (replica Mario a Stefano).

Maria Lucia Tangorra (visto al Teatro Elfo Puccini di Milano nella stagione 2009-2010 e recensito per Teatro&spettacolo.org nel giugno 2010)

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Leonardo dal 31 ottobre al 9 novembre 2013.

http://www.teatroespettacolo.org/maratona-di-new-york--al-teatro-leonardo-da-vinci-di-milano.htm


Per informazioni:
http://www.teatroleonardo.it/

"Maratona di New York" - Uno spettacolo che diverte e commuove, tutto di corsa

Ehi, ce la fai?Ho insistito io per venire.
Una città di notte, vista dall’alto, avvolta dalle sue luci. Di botto ci ritroviamo con i piedi per terra e uno strano rumore di fondo. C’è qualcosa di inquietante. Sarà l’idea un po’ bizzarra di andare a correre sotto le stelle, mentre la città dorme. Steve e Mario si allenano per la maratona di New York, mica cotiche. C’ha va, iniziamo. Il primo minuto è sempre il più duro. Tum, tum, tum. Scarpe da ginnastica sull’asfalto. Correre con qualcuno, di notte. Il minimo che puoi fare è parlare.
Vorrei correre indietro nel tempo e rompere tutte le facce che non ho rotto.
Stare dietro nella vita. Essere costretti a inseguire. La mamma aveva paura di farti uscire. L’amico d’infanzia con cui volevi gareggiare in bicicletta. Il cedimento durante il confronto, duro, con un coetaneo. Mannaggia, dovevi spaccargli la faccia, a quello.
Quanto?!8’ 15”
Tum, tum, tum. Rimpianti e uscite fulminanti. E intanto il cielo stellato è squarciato da lampi improvvisi. Mario sente i brividi. Inquietudini. Steve e Mario si incitano a vicenda. Si conoscono da tanto. Hanno condiviso ragazze. Controvoglia. Cosa che ha infastidito notevolmente Steve, che infatti rinfaccia a Mario di avergli fregato la donna.
La figa è un ricettacolo di malattie.
Mentali.
Tum, tum, tum. Mario è insicuro, ha il terrore di non arrivare al traguardo. Steve gli ricorda che i limiti vanno superati. I dubbi esistenziali sono come le chiavi della macchina di Mario: sono sfuggenti. Dove sono finite, le chiavi? Torniamo indietro. Steve e Mario sono diversi, eppure sembrano quasi uno la coscienza dell’altro. Inquietudini.
E’ tutta la vita che sono così: gli altri che corrono e io che non riesco a stargli dietro.
E attorno il panorama cambia. Mario è disorientato. Non riconosce il paracarro, il passaggio a livello. I punti di riferimento svaniscono. Alle loro spalle, i lampi proiettano istantanee di vita. Inquietudini, ovvio.
Non mi ricordo se sono venuto a prenderti.
Tum, tum, tum. Mario non ricorda dove sia la macchina. I due si allontanano. Steve non sembra più così spaccone. Resta dietro, a incitare Mario, che corre sempre più forte, sempre più solo. Sale la musica. Una luce ci abbaglia.
Tu credi in Dio?
Che razza di domande mi fai?
Maratona di New York è una vera e propria performance fisica, divertente e commovente, interpretata e diretta da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano con bravura, fatica e passione tali da proiettarci lì con loro, lungo un silenzioso percorso notturno che lo sforzo fisico tende a deformare in un viaggio tra ironiche, ciniche e amare considerazioni sul bilancio di una vita.
Le sollecitazioni reali sono tante. La corsa è il momento per stare soli con i propri pensieri e dialogare con la coscienza, l’unico severo amico a disposizione. Lo sport è ovviamente metafora della vita, con i suoi limiti da raggiungere e da superare, ma nel nostro piccolo mondo diventa riflesso distorto delle proprie ossessioni, tipo inseguire obiettivi vacui per necessità di fare qualcosa.
Poi ci sono le sollecitazioni irreali: chi non ha mai sognato di correre in uno spazio reso sbilenco dal funzionamento casuale della nostra mente? Vai a capirli, gli effetti della psiche in libera uscita.
Il finale tragico ed epico. Al termine di un grande bagliore, tutti i frammenti di inquietudine raccolti durante il percorso andranno al loro posto. Forse non batterete subito le mani. Anzi, magari vi chiederete pure ma come, finisce così?, ma sarà un attimo. Dopo inizierete a ringraziare loro, stremati veramente, ed Edoardo Erba per aver lasciato anche voi senza fiato, a riflettere su quella cosa che si chiama senso della vita, spesso confusa con la corsa per un lavoro da consegnare, un autobus da prendere, una laurea da conseguire, una promozione da raggiungere. E invece, di corsa che conta ce n’è solo una. E, vien da aggiungere, non ha neanche vincitori e vinti.

di Edoardo Erba
interpretato e diretto da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano
assistente Caterina Panti Liberovici
luci Mauro Marasà
video Massimo Federico
spettacolo nato in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche, AMAT e Comune di San Benedetto del Tronto – progetto Concordia

http://www.milanomilano.eu/maratona-di-new-york/


lunedì 4 novembre 2013

"Maratona di New York" - Recensioni

Domenica, 03 Novembre 2013 Maria Pia Boido

Dal 31 ottobre al 9 novembre. La corsa come metafora della vita in cui si va avanti a fare una cosa senza sapere il perché, ma sapendo che si deve farla fino in fondo, uno sforzo senza senso, sotto un cielo muto e privo di dei; ma anche un personale modo per gabbare quell’incubo che è il destino, uno sforzo rabbioso e vitale di dare un senso, un ordine di marcia – in senso letterale, anche – alla propria esistenza. In un’atmosfera onirica e sospesa, su un palco scevro di oggetti scenici ma ricco di evocazioni, si racconta la vicenda di due ragazzi, due amici, presi in quel momento della vita, circa trent’anni, in cui si ha già un passato su cui rimuginare, e di cui tentare un bilancio, ma ancora tanto futuro davanti, forse possibilità.



Qui l'intera recensione:

http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/maratona-di-new-york-teatro-leonardo-milano-recensione-spettacolo.htm




Leggi altre recensioni:

http://milano.mentelocale.it/55307-milano-maratona-new-york-recensione/

domenica 3 novembre 2013

Da Giorgio su Facebook

Ciao gente!!

Scrivo dopo la terza replica a Milano per ringraziare il pubblico che cresce in maniera esponenziale!!
Dopo il debutto di Halloween un pò in sordina abbiamo avuto due repliche in crescendo, e per noi è un grande sostegno!

Inoltre sabato prossimo faremo un altro incontro con il pubblico degli studenti (e non solo), se passate dal teatro Leonardo a noi fa piacere incontrarvi.

G R A Z I E anche a nome dell'altro maratoneta Cristian, ci vediamo a teatro!

G

(svengo)

Cristian Giammarini su facebook

Entrare in teatro la sera e trovare la presentazione del nostro autore che suona così ci dà una gran forza, ci nutre l'anima, ci accende il cuore!
Grazie Edoardo!!!

"Maratona di New York ha corso più di me, viaggiato più di me, fatto più carriera di me. E ho la sensazione che vivrà molto più di me. Una sensazione che si conferma ad ogni versione che mi capita di vedere. Se poi ne vedo una come qu...ella di Giammarini-Lupano, la sensazione diventa certezza. Lo spettacolo non tradisce il testo originale, ma lo rilegge, lo re-inventa, lo inserisce in una dimensione drammatica nuova. La regia è modernissima, magistrale: passa indenne dai momenti comici, senza sottolinearli e senza averne paura, e arriva diretta al cuore del dramma fondendo incubo e realtà in una sola dimensione, un'unica grande notte stellata. Notte che gli attori attraversano con una spontaneità che conquista e un'intensità che commuove. Difficile per il pubblico non ridere e non avere i brividi. La prova atletica sul palco è notevole, Lupano e Giammarini non si risparmiano, si partecipa alla loro fatica. La loro corsa è un gesto iperreale e tuttavia compone un disegno preciso, espressivo, rigoroso. Che ipnotizza e coinvolge, lasciandoti alla fine un grumo d'amore e di dolore da portare a casa, da elaborare con calma. Insomma, questa Maratona è un grande piccolo spettacolo che merita di restare nei cartelloni dei teatri per molti anni."

 EDOARDO ERBA