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sabato 21 dicembre 2013

Martedì 24 dicembre su Rai Premium andrà in onda "Il paese delle piccole piogge" .....Non mancate...

Il tv-movie "Il paese delle piccole piogge" è un melò esotico con sfumature thriller che racconta la storia di Anna, una donna costretta a fuggire in Kenya perché inseguita dalla mafia. In Africa, Anna incontrerà l'amore, capirà qual è il suo posto nel mondo e ritroverà se stessa.

mercoledì 18 dicembre 2013

Auguri da Giorgio per voi!

Ciao Gente!!

Poche righe per salutarvi: sono in partenza e per qualche giorno non frequenterò molto fb, quindi... buon tutto a tutti! A chi festeggia il Natale e a chi no, a chi non vede l'ora che finisca quest'anno e chi vorrebbe che non finisse mai, a chi fa fatica a pensare che il prossimo anno sarà migliore e a chi invece è ottimista.... a tutti insomma auguro buon riposo se vi riposate, buone vacanze se le fate, buon Natale se siete Gesù Bambino.

A presto!!!
G

mercoledì 11 dicembre 2013

"Maratona di New York", la lunga corsa della vita

Al Brancaccino di Roma poi in tournée il bel testo di Erba nella versione di Lupano/Gianmarini.

di Italo Valli

Il testo del drammaturgo torna a Roma, al teatro Brancaccino, con la versione dei registi-attori Cristian Giammarini e Giorgio Lupano.

Due podisti che si preparano per la celebre maratona di New York. Un cielo cosmico alle loro spalle. Non è una semplice sessione di allenamento. Quella corsa è il momento giusto per parlare di tutto: Dio, donne, sport (boxe, calcio, la grande Inter). Ed è anche l’occasione giusta per sostenersi, spronarsi, farsi domande a vicenda (tante). Una, quella che sembra essere più importante, è: perché corriamo? “Per portare a casa un risultato” risponde uno dei due. Quindi bisogna stringere i denti e insistere quando si soffre, abbattere e superare la soglia del dolore per arrivare fino in fondo.

È in scena fino al 15 dicembre, al Teatro Brancaccino di Roma, uno dei testi più famosi del drammaturgo Edoardo Erba. Maratona di New York rimane da sempre, fin dal primo allestimento datato 1993, una sfida non solo verbale, ma anche fisica, in cui gli attori corrono per l’intera durata dello spettacolo. L’allestimento di Cristian Giammarini e Giorgio Lupano (nella doppia veste di registi e interpreti) rilegge e reinventa lo spettacolo con una regia moderna che non ha paura né di cavalcare i momenti comici né di dare la giusta profondità a quegli sprazzi di dialogo che trasformano la loro in una corsa iperreale.

“Maratona di New York ha corso più di me, viaggiato più di me, fatto carriera più di me”, dice Erba. “E ho la sensazione che vivrà molto più di me. Una sensazione che si conferma a ogni versione che mi capita di vedere. Se poi vedo una versione come quella di Giammarini-Lupano, la sensazione diventa certezza”.
I due interpreti vivono in perfetta simbiosi sul palco (sia nella recitazione che nella performance atletica). Appena parte il cronometro, vivono la stessa esperienza dei loro personaggi: una corsa inarrestabile che va oltre l’atto sportivo e diventa metafora delle nostre esistenze. In un attimo arrivano al cuore del dramma con estrema semplicità e spontaneità, senza bisogno di sottolineare o marcare alcunché. Per loro la corsa è una metafora di vita, un’intera esistenza condensata in 59 minuti (la reale durata della messa in scena). Le proiezioni (sia quelle statiche dei cieli stellati che quelle rapidissime, sparate come flash, e accompagnate da scariche sonore) risultano funzionali alla storia; non cercano mai di prevalere sul testo e sanno turbare, sapientemente e al momento giusto, l’atmosfera quanto basta. Il risultato è raggiunto: trasmettere agli spettatori, per l’intera durata, il forte presagio che quei chilometri portino non solo alla fine di una strada, ma da chissà quale parte.

http://www.ilgiornaleoff.it/maratona-di-new-york-la-lunga-corsa-della-vita/


Teatro, “Maratona di New York”: la corsa e il senso della vita

Pubblicato il 04-12-2013 (Avanti!)

Due amici, un allenamento notturno, una strada di campagna, un traguardo da raggiungere. Questi gli ingredienti di “Maratona di New York” pièce teatrale firmata da Edoardo Erba, interpretata e diretta da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano. Sul palcoscenico i due giovani attori affrontano una sfida fisica oltre che verbale: nello spettacolo, che debutta domani sera al teatro Brancaccino di Roma fino al 15 dicembre, Lupano e Giammarini sono impegnati in un’inarrestabile corsa che fonde sogno e realtà in una sola dimensione: un’unica grande notte costellata di stelle. Avanti! ne ha parlato con Giorgio Lupano che ricorda l’intensità del testo di Edoardo Erba del 1992 «breve e denso di significato».


Lupano, assieme a Cristian Giammarini siete non solo attori, ma anche direttori e corridori. Sarà stata necessaria una preparazione atletica.

Direi di sì. Nel 2009, anno del debutto della pièce, la prima volta dopo solo otto minuti ci siamo dovuti fermare. E la preparazione è stata di quattro mesi. Ora è sufficiente un mese per correre un’ora intera, la durata dello spettacolo.

La corsa come metafora della vita e dell’esistenza?

Più che la corsa, secondo me è il modo, l’approccio nei confronti del tragitto, ossia della vita. I due personaggi, durante la notte, parlano di tante cose. Edoardo Erba, autore del testo è riuscito a mettere insieme, e con sapienza, elementi diversi tra di loro, mescolandoli in modo equilibrato. Durante lo spettacolo si passa infatti con naturalezza da una risata leggera a un momento di profonda inquietudine.

Uno spettacolo che invita anche a riflettere sulla fuggevolezza della vita.

Assolutamente sì. Il tema della fuggevolezza della vita viene affrontato in modo differente dai due personaggi: il mio prende la vita a calci e a morsi, perché la vuole vivere nel presente, proiettandosi verso il futuro. Il personaggio interpretato da Cristian Giammarini, invece, è più legato al passato ed è pieno di rimpianti.

Il testo di Erba è stato tradotto e messo in scena in molte lingue. Di solito per il teatro contemporaneo italiano si tende ad importare dall’estero. Secondo te dove risiede il successo di questa pièce?

In primo luogo la corsa rappresenta sicuramente un motivo nuovo e accattivante per e nel teatro. L’altro aspetto che rende la pièce “felice” è la mistura degli argomenti trattati sul palcoscenico. E poi il colpo di scena finale che mette anche il pubblico nella condizione di voler rivedere lo spettacolo.

Perché?

Perchè se guardi la pièce una seconda volta rileggi tutto, cogli tutti i riferimenti e gli indizi perchè il testo di Erba, breve e intenso, ne è disseminato.
 

Silvia Sequi
 
 
http://www.avantionline.it/2013/12/maratona-di-new-york-la-corsa-del-teatro/#.UqiPk-KQNic


venerdì 6 dicembre 2013

E una è andata!!!
Dopo 3 giorni di set in esterno giorno (nb: 3 gradi ieri mattina a Roma!!), l'allestimento, le prove e l'ansia FINALMENTE abbaimo debuttato. Ora rimangono da fare tutte le altre repliche!
Grazie a chi c'era ieri sera e anche a chi verrà, e grazie per tutti gli in bocca al lupo che in effetti hanno funzionato!
Amici e amiche che avete corso o correrete con noi, lasciate le vostre impressioni sulla pagina di Maratona di New York pagina a mò di diario: sarà bello rileggerle quando saremo vecchi e stanchi (la prossima settimana)
G

giovedì 5 dicembre 2013

CI SIAMO! Stasera debutto di "Maratona di New York" al Teatro Brancaccino di Roma - ore 21,30

CI SIAMO!!

Almeno, io ci sono...
Stasera teatro pieno: e mentre Steve e Mario scaldano già i muscoli io me ne vado sul set del Restauratore.

Ci vediamo stasera!
G

lunedì 2 dicembre 2013

Ciao gente!!
Qui sotto trovate l'intervista a Tele Roma 56 dove parliamo di Maratona e del teatro in generale.
Mancano 3 giorni alla prima romana, e noi stiamo sempre correndo!

G