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giovedì 6 agosto 2015

Da Giorgio su facebook

Ciao a tutti.
Mi sono preso un paio di giorni prima di scrivere questo post per lasciare spazio alla lucidità dopo i frenetici giorni di Borgio Verezzi, ed anch...e perché poche ore dopo la seconda replica sono partito per un altro lavoro e solo ora riesco a mettermi con calma davanti al computer.
Beh, chi di voi c'era sa di cosa sto parlando: Figli di un dio minore è stato accolto benissimo dal pubblico del Festival, è stata una festa, un bellissimo momento di integrazione e condivisione, di divertimento e di emozioni.
GRAZIE A VOI, a chi ha preso treni e macchine, a chi è semplicemente sceso di casa e a chi si è organizzato due mesi prima, grazie a tutti. Questo debutto è stato il risultato di due anni di lavoro; due anni duri, faticosi, sorprendenti, divertenti ed estenuanti.
Se potessi ricomincerei domani.
E cominciamo con i ringraziamenti, in ordine cronologico:
GRAZIE a Marco Mattolini per avermi affidato il suo sogno, facendolo diventare anche il mio;
a Lorenzo Gioielli che ha tradotto il testo pensando di farlo lui, beato!;
a Laura de Stroebel, che non è mancata mai;
GRAZIE ai produttori Alessandro Longobardi per Oti e Walter Mramor per ArtistiAssociati perché semplicemente ci hanno creduto (pazzi!);
ai loro collaboratori Valentino Gallai, Tatiana Castellan, Paolo Broglio, Monica Cannistraro e tutti quelli che hanno lavorato nell'ombra (e al fresco!);
GRAZIE All'Istituto Statale dei Sordi di Roma: Luca Bianchi, Francesca di Meo, Luca des Dorides: persone fantastiche dalle quali ho imparato molto (ma non come gestire il panico);
GRAZIE a Stefano Delfino, che scegliendo lo spettacolo per il Festival di Borgio Verezzi ci ha dato una casa dove debuttare;
GRAZIE a Vincenzo Speranza che mi ha insegnato i primi segni, cominciando da "pizza" (ma era sbagliato mannaggia a te!), e che ha fatto di me un attore segnante;
ai partecipanti ai seminari, continua fonte di sorprese, scoperte e ispirazione;
GRAZIE a Grace Giacubbo per tutte quelle occhiatacce, e per gli aperitivi... adesso te lo posso dire: non ci ho capito niente (ma ho imparato molto);
GRAZIE a Cristian Giammarini che ha accettato di unirsi a quest'avventura solo perché non sapeva a che cosa sarebbe andato incontro: non l'ho mai visto lavorare così tanto;
a Lucia Morelli, Arianna Testa, Elena Ferotti, Giuseppina Guercio assistenti, interpreti, balie;
ad Andrea Stanisci per le scene e i costumi, Francesco Traverso per le luci e la fonica, Daniele d'Angelo per le musiche... ma soprattutto grazie a tutti per la pazienza;
a Francesca Martino per le foto e ai vari uffici stampa (Valentina Palumbo e Giusina Battaglia, abbiamo appena cominciato) per la comunicazione;
GRAZIE a Giorgia per aver ascoltato una storia che le ho raccontato ed aver creato un mondo di suoni nel quale ci siamo potuti perdere (noi amiamo te);
GRAZIE ad amici e parenti che negli ultimi due anni hanno sopportato ansie, lamentele, sfoghi, racconti, scoperte, dimostrazioni di lingua dei segni... e nonostante ciò mi hanno sostenuto fino all'ultimo;
GRAZIE a chi lo spettacolo lo ha fatto: Cristina Fondi, Francesco Magali e Gianluca Teneggi (sei il mio mito personale, è stato un grandissimo piacere avere un compagno di lavoro come te), Deborah Donadio (sono io che voglio venire a vivere con voi, sei una fonte naturale di buonumore!) e Rita Mazza.
GRAZIE Rita, se oggi so qualcosa in più su un mondo nel quale non posso entrare, lo devo a te. E al tuo talento devo la gioia di stare sul palco con te, e la voglia di raccontare ancora questa storia.
Riposo le mani, ascolto la musica.
Ci vediamo a novembre.
G

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