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venerdì 8 novembre 2013

Maratona di New York - da "Punto e Linea Magazine"

In un’atmosfera onirica dai toni caravaggeschi, Mario e Steve si preparano ad affrontare insieme, ognuno a suo modo, una grande sfida, la maratona di New York. Correndo nel silenzio della notte, sovrastati dall’immensità di un grande cielo stellato, i due amici si confrontano, facendo emergere due personalità contrastanti ma complementari, intimamente legate e fondamentali per la completezza l’uno dell’altro. Realtà e sogno, corpo e anima, luci e ombre: gli opposti si incontrano, si compenetrano per andare oltre la scena, chiamando il pubblico a guardarsi dentro, indagando la propria esperienza per darle significati nuovi e inediti. L’esperimento, autenticamente metateatrale, fa convivere più visioni, spaziando dal teatro al cinema, dall’attento studio della prossemica alle proiezioni da grande schermo. Sperimentazione e tradizione si intrecciano in un allestimento moderno e affascinante, tecnicamente perfetto nella resa spazio-temporale, nella scelte musicali e illuminotecniche, intensamente emozionale e magistralmente interpretato da due giovani artisti che hanno ancora tanto da raccontare. Uno spettacolo che sorprende, diverte, commuove. Da vivere appieno, assaporando l’empatia che - solo in teatro - si crea tra attori e pubblico. Incontrando Cristian Giammarini e Giorgio Lupano da subito si percepisce la profondissima affinità artistica e personale che li lega. Amici da un ventennio, Cristian e Giorgio si incontrano nei primi Anni Novanta presso la scuola del Teatro Stabile di Torino, allora diretto da Luca Ronconi. L’amicizia e l’intesa professionale tra loro è subito colta dal grande maestro che li sceglie per interpretare, da protagonisti, Pilade di Pier Paolo Pasolini, in occasione del primo saggio della scuola nel 1993. Pilade è la storia di due amici legati da un rapporto forte, autentico, profondo e fraterno. Oreste e Pilade, Steve e Mario… A vent’anni di distanza, le due esperienze drammaturgiche si incontrano e si completano, mescolandosi per dare vita a uno spettacolo che racchiude citazioni e suggestioni autobiografiche, dai gusti letterari a quelli cinematografici, portando sul palcoscenico un lavoro in grado di andare ben oltre la scena. La scelta, difficile e ambiziosa, di essere al contempo attori e registi di se stessi, nasce proprio dalla volontà di far vivere sulla scena due personaggi veri, nati dalle pagine di Edoardo Erba per diventare fisicità, intima emozione, esperienza di vita oltre i confini della vita, per sfociare in riflessioni di respiro universale che si perdono nel cielo stellato, mentre – come scrive l’autore - “la luna si avvicina”. E la presenza dello stesso Edoardo Erba durante alcune delle prove si è rivelata fondamentale per la riuscita dello spettacolo, aiutando i due attori-registi a meglio comprendere i personaggi, per poi trascenderli in una personalissima rilettura scenica. Portata in scena per la prima volta in occasione della riapertura del Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, durante la stagione 2008-2009, la Maratona di New York di Giammarini-Lupano inizia una corsa che dopo cinque anni non vede scemare l’interesse da parte del pubblico, in un rinnovato entusiasmo per un testo che arriva al cuore, lasciando sbigottiti e generando riflessioni che lo rendono un’opera aperta, il cui finale è scritto nel cuore e nella sensibilità di ogni singolo spettatore.

http://www.puntoelineamagazine.it/cover/maratona-di-new-york


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