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mercoledì 6 novembre 2013

"Maratona di New York" - Uno spettacolo che diverte e commuove, tutto di corsa

Ehi, ce la fai?Ho insistito io per venire.
Una città di notte, vista dall’alto, avvolta dalle sue luci. Di botto ci ritroviamo con i piedi per terra e uno strano rumore di fondo. C’è qualcosa di inquietante. Sarà l’idea un po’ bizzarra di andare a correre sotto le stelle, mentre la città dorme. Steve e Mario si allenano per la maratona di New York, mica cotiche. C’ha va, iniziamo. Il primo minuto è sempre il più duro. Tum, tum, tum. Scarpe da ginnastica sull’asfalto. Correre con qualcuno, di notte. Il minimo che puoi fare è parlare.
Vorrei correre indietro nel tempo e rompere tutte le facce che non ho rotto.
Stare dietro nella vita. Essere costretti a inseguire. La mamma aveva paura di farti uscire. L’amico d’infanzia con cui volevi gareggiare in bicicletta. Il cedimento durante il confronto, duro, con un coetaneo. Mannaggia, dovevi spaccargli la faccia, a quello.
Quanto?!8’ 15”
Tum, tum, tum. Rimpianti e uscite fulminanti. E intanto il cielo stellato è squarciato da lampi improvvisi. Mario sente i brividi. Inquietudini. Steve e Mario si incitano a vicenda. Si conoscono da tanto. Hanno condiviso ragazze. Controvoglia. Cosa che ha infastidito notevolmente Steve, che infatti rinfaccia a Mario di avergli fregato la donna.
La figa è un ricettacolo di malattie.
Mentali.
Tum, tum, tum. Mario è insicuro, ha il terrore di non arrivare al traguardo. Steve gli ricorda che i limiti vanno superati. I dubbi esistenziali sono come le chiavi della macchina di Mario: sono sfuggenti. Dove sono finite, le chiavi? Torniamo indietro. Steve e Mario sono diversi, eppure sembrano quasi uno la coscienza dell’altro. Inquietudini.
E’ tutta la vita che sono così: gli altri che corrono e io che non riesco a stargli dietro.
E attorno il panorama cambia. Mario è disorientato. Non riconosce il paracarro, il passaggio a livello. I punti di riferimento svaniscono. Alle loro spalle, i lampi proiettano istantanee di vita. Inquietudini, ovvio.
Non mi ricordo se sono venuto a prenderti.
Tum, tum, tum. Mario non ricorda dove sia la macchina. I due si allontanano. Steve non sembra più così spaccone. Resta dietro, a incitare Mario, che corre sempre più forte, sempre più solo. Sale la musica. Una luce ci abbaglia.
Tu credi in Dio?
Che razza di domande mi fai?
Maratona di New York è una vera e propria performance fisica, divertente e commovente, interpretata e diretta da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano con bravura, fatica e passione tali da proiettarci lì con loro, lungo un silenzioso percorso notturno che lo sforzo fisico tende a deformare in un viaggio tra ironiche, ciniche e amare considerazioni sul bilancio di una vita.
Le sollecitazioni reali sono tante. La corsa è il momento per stare soli con i propri pensieri e dialogare con la coscienza, l’unico severo amico a disposizione. Lo sport è ovviamente metafora della vita, con i suoi limiti da raggiungere e da superare, ma nel nostro piccolo mondo diventa riflesso distorto delle proprie ossessioni, tipo inseguire obiettivi vacui per necessità di fare qualcosa.
Poi ci sono le sollecitazioni irreali: chi non ha mai sognato di correre in uno spazio reso sbilenco dal funzionamento casuale della nostra mente? Vai a capirli, gli effetti della psiche in libera uscita.
Il finale tragico ed epico. Al termine di un grande bagliore, tutti i frammenti di inquietudine raccolti durante il percorso andranno al loro posto. Forse non batterete subito le mani. Anzi, magari vi chiederete pure ma come, finisce così?, ma sarà un attimo. Dopo inizierete a ringraziare loro, stremati veramente, ed Edoardo Erba per aver lasciato anche voi senza fiato, a riflettere su quella cosa che si chiama senso della vita, spesso confusa con la corsa per un lavoro da consegnare, un autobus da prendere, una laurea da conseguire, una promozione da raggiungere. E invece, di corsa che conta ce n’è solo una. E, vien da aggiungere, non ha neanche vincitori e vinti.

di Edoardo Erba
interpretato e diretto da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano
assistente Caterina Panti Liberovici
luci Mauro Marasà
video Massimo Federico
spettacolo nato in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche, AMAT e Comune di San Benedetto del Tronto – progetto Concordia

http://www.milanomilano.eu/maratona-di-new-york/


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